Piattaforma CRIF ESG: come misurare la sostenibilità di un’impresa

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18/11/2021

CRIF alla tavola rotonda organizzata da SDA Bocconi sui fattori ESG e la transizione verde: il contributo CRIF per un’economia resiliente e una crescita sostenibile.


Il 29 ottobre si è tenuta la tavola rotonda “Finanza responsabile, paziente e affidabile” organizzata da SDA Bocconi in occasione della Opening Week della 22° edizione del Master in Corporate Finance. L’evento ha coinvolto i principali stakeholder e decision maker del settore nella discussione sull'evoluzione del ruolo della finanza per contribuire al miglioramento dell’ambiente a livello micro e macro, promuovendo un’economia resiliente e supportando una crescita sostenibile. Tra i relatori è intervenuta anche Silvia Ghielmetti, Direttore Generale di CRIF.

Uno degli obiettivi principali di CRIF è rendere i fattori ESG misurabili, non solo per le grandi compagnie, ma anche per le PMI, e vedere in che misura questo score contribuisce alla valutazione del merito creditizio e del rating. Nell’attuale contesto del mercato finanziario, l’integrazione dei fattori ESG diventa cruciale per mantenere la competitività: pertanto, anche le PMI stanno affrontando il fatto di dover essere misurate sotto il profilo ESG, variabile ad oggi non ancora compresa appieno”.

Per supportare i player finanziari nel fronteggiare questa sfida, colmando il data gap esistente in termini di rischio ESG, CRIF lavora principalmente in tre direzioni. La prima è la costruzione di un ecosistema di dati ESG che include business information, open data e dati “aumentati”, con lo scopo di creare un set di KPI e analytics sofisticati con cui misurare i fattori ESG delle aziende. Per esempio possiamo citare l’utilizzo di CO2 nella produzione, l’efficienza energetica degli impianti, gli eventi negativi naturali riportati dalle autorità e le certificazioni verdi. La seconda direzione consiste nella raccolta dei dati qualitativi standardizzati grazie alla piattaforma CRIF ESG. La terza direzione è lo sviluppo di una metodologia e di una cultura che da un lato integri i fattori ESG nei processi creditizi, dall’altro supporti la diffusione di un framework di riferimento per la misurazione dei parametri ESG delle aziende.

L'Italia si trova oggi sulla strada della transizione verde: in uno scenario in rapida evoluzione si posiziona anche la grande opportunità offerta dal PNRR, ovvero 222 Mld di euro di cui 68,8 Mld destinati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica. L’attenzione alle tematiche ESG da parte degli operatori di settore trova riscontro nelle offerte rivolte ai clienti finali, che incoraggiano i consumatori e le imprese a fare scelte più ecosostenibili e a generare un impatto sociale positivo. A sottolinearlo è l’ultima ricerca “Consumer ESG Credit” realizzata da CRIF in collaborazione con SDA Bocconi School of Management e Assofin, secondo la quale il credito al consumo green è arrivato a valere il 7% del mercato nel 2020, rispetto al 4% del 2019, con 8 banche su 10 che offrono soluzioni dedicate e agevolazioni per spese green – quali investimenti per la mobilità sostenibile, impianti di energia rinnovabile, isolamenti termici e altri interventi per ridurre l’impatto ambientale delle abitazioni.

Nonostante vi sia ancora molta strada da percorrere, il credito si conferma un vettore essenziale per promuovere la transizione green in un contesto che, accanto alla normativa in vigore, mostra una crescente sensibilità alle questioni sociali e ambientali, chiamando gli istituti di credito a porre una maggiore attenzione alla performance ESG.

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