Next Level for Insurance - SME segment

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30/11/2021

Aumenta la consapevolezza dei rischi da parte delle PMI italiane, ma questo non evita che restino fondamentalmente sotto assicurate, con importanti conseguenze per tutto il sistema economico. Secondo lo studio Next Level for Insurance - SME segment” realizzato da CRIF, IIA - Italian Insurtech Association e Nomisma, infatti, solo il 62% delle PMI italiane dispone oggi di una copertura assicurativa, sebbene nell’ultimo anno la percezione del rischio sia aumentata per 7 imprese su 10.


Nel complesso l’Italia in generale sconta uno scomodo primato: i premi assicurativi nel nostro Paese valgono infatti solo l’1,1% del Pil, contro il 2,8% della media di alcuni paesi UE analizzati (Belgio, Francia, Germania, Olanda, Spagna) e, esclusa la RC auto obbligatoria, si spende in polizze in media 300 Euro per abitante contro i 937 Euro dei paesi europei. 

Tutto il segmento delle piccole e medie imprese italiane, che conta 4,35 milioni di aziende e che rappresenta il 99,3% delle imprese in attività con un ruolo strategico per il tessuto socio economico del Paese, è fortemente sotto assicurato, al punto che 1 milione e 653 mila di queste imprese (ovvero il 38% del totale sulla base del campione analizzato) non dispone di una copertura assicurativa.

Complice anche il loro scarso livello di alfabetizzazione finanziaria e digitale (secondo l’OCSE l’Italia è il 3° Paese peggiore su 29 in materie digitali e all’ultimo posto su 23 per alfabetizzazione finanziaria), le PMI italiane hanno una bassa percezione dei rischi che l’attività imprenditoriale comporta e, di conseguenza, tendono a sottostimare l’impatto che un evento può avere sulla loro attività. Infatti, oltre ad essere un segmento sotto assicurato, è ampiamente diffusa la tendenza a “sottoscrivere poco”: il 71% delle PMI ha infatti sottoscritto una copertura RC verso terzi, il 64% incendio, il 56% furto ma si scende al 39% per la responsabilità civile degli amministratori. Sono quasi assenti, invece, le coperture per cyber risk (9%) e le interruzioni di attività (8%), due aspetti che invece nel 2021 hanno prodotto un effetto assolutamente critico sulla continuità del business delle aziende (basti pensare che gli attacchi di cybersecurity hanno determinato in Italia 7 miliardi di costi diretti e indiretti per le imprese).