Nel primo semestre 2025 crescono le volte in cui gli utenti di Open Banking in Italia collegano con successo un conto corrente, con un aumento di 8 punti percentuali rispetto ai primi 6 mesi del 2024, arrivando a una quota del 57,4% nel tasso di successo1 della procedura di Access to Account.
Questo uno dei dati principali che emerge dall’ultimo Market Outlook realizzato da CRIF sull’Open Banking in Italia che approfondisce le peculiarità del settore nel nostro Paese, analizzando il profilo e le caratteristiche degli utenti, i loro bisogni, attitudini creditizie e abitudini di pagamento. Il campione rappresentativo alla base dello studio è di circa 286.000 controparti e quasi 436.000 conti correnti, con circa 136 milioni di transazioni, estratto dai servizi di account aggregation di CRIF che sin dal 2019 opera con AISP (Account Information Service Provider) al fianco dei player finanziari nazionali e internazionali.
Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, ha sottolineato che, sebbene la crescita dell'Open Banking in Italia non sia ai ritmi di altri mercati internazionali, la percentuale di connessioni riuscite è in costante aumento. Ha attribuito questo incremento a una combinazione di fattori, tra cui i miglioramenti tecnici nei processi digitali e, crucialmente, una maggiore fiducia e conoscenza dei clienti finali nelle procedure. L'analisi del market outlook ha inoltre evidenziato una peculiarità degli utenti italiani: coloro che sono "New To Credit2" (ovvero senza precedenti finanziamenti) risultano essere significativamente più propensi a fornire l'accesso ai dati del proprio conto corrente.
Le caratteristiche degli italiani che utilizzano l’Open Banking
Nel primo semestre dell’anno la clientela «New To Credit» ha fatto registrare un aumento del 27% rispetto al pari periodo 2024 nel tasso di successo della connessione di un conto corrente. Il fatto che i soggetti che non hanno avuto accesso in precedenza al credito tramite metodi di valutazione tradizionale siano ora più propensi a fornire l’accesso al proprio dato di conto è confermato da un tasso di successo più che doppio rispetto a quello della clientela «Active To Credit».
In termini di distribuzione, la crescente diffusione di nuove forme di finanziamento, come il BNPL, ha inciso sulla riduzione della quota di utenti Open Banking che sono “New to Credit” (10,4%) a favore degli Active to Credit (che rappresentano nel primo semestre 2025 l’89,6%, con una crescita della quota percentuale di 2,4 punti rispetto ai primi 6 mesi del 2024).
Analizzando la distribuzione per generazioni degli utenti italiani che hanno connesso con successo un proprio conto corrente, nel primo semestre 2025 si nota un aumento dei soggetti più giovani appartenenti alla «Generazione Z» (+3,2 punti percentuali) rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Segno leggermente positivo anche per i «Baby Boomers» (+0,3 punti percentuali) mentre calano le quote percentuali delle altre fasce d’età.
In relazione alla distribuzione del reddito percepito dai soggetti che hanno connesso il proprio conto, nel primo semestre 2025 si confermano le evidenze emerse nel pari periodo dell’anno precedente. La differenza maggiore si rileva nella fascia di reddito maggiore (>2.500€), che vede diminuire la quota di utenti di quasi 4 p.p. Parallelamente aumentano leggermente le persone con fasce di reddito inferiori, in particolare quelle di 1.000-1.500€ e 1.500€-2.000€, segnando rispettivamente un +1,1 e +2 punti percentuali. Questo può collegarsi anche all’aumento, visto in precedenza, di persone di età più giovane che aderiscono a servizi di Open Banking, in coerenza con la maggiore competenza tecnologica.
Nei primi 6 mesi del 2025, analizzando la rischiosità creditizia con il Credit Bureau Score Perform di CRIF, emerge una maggiore concentrazione di clienti che hanno connesso il proprio conto nell’area di rischio basso (da 38,7% a 40%) e una contestuale minor concentrazione in quella di rischio medio. Inoltre, i soggetti che hanno collegato un conto significativo (principale) risultano essere meno rischiosi rispetto a coloro che danno l’accesso a un conto secondario . In particolare, il Bad Rate medio osservato sui soggetti che collegano un conto secondario è superiore dell’80% rispetto a quello osservato sui soggetti che connettono il proprio conto principale.
Antonio Deledda, Executive Director di CRIF, ha analizzato le sfide che l’implementazione dell’Open Banking deve ancora affrontare in Italia. Ha spiegato che queste sfide riguardano principalmente l'adozione di procedure digitali snelle per supportare sia gli utenti attuali che quelli futuri, e la necessità di promuovere la crescita nell’educazione finanziaria dei consumatori, aumentando la loro consapevolezza verso i benefici derivanti dalla condivisione delle informazioni. Deledda ha tuttavia sottolineato che queste difficoltà rappresentano al contempo un’opportunità per gli operatori di creare un ecosistema finanziario più sicuro, trasparente e competitivo. Un ecosistema che, anche grazie all'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale, possa rispondere in modo efficace ai bisogni di una clientela finale sempre più digitalizzata ed esigente, tenendo in considerazione che il mercato è in continua evoluzione, sia sotto il profilo normativo che tecnologico.
[1] Il “tasso di successo” del processo di Access to Account, ovvero il numero di volte in cui il processo scarica e analizza i dati di conto, è calcolato su tutti i clienti che hanno avviato la procedura di accesso dei propri dati di conto. Va ricordato infatti che il processo di Open Banking richiede al consumatore due distinte interazioni: la prima è la fornitura del consenso a condividere i dati di conto, cui segue l’autenticazione a mezzo Strong Customer Authentication sul proprio conto corrente.
[2] Per "New To Credit" si intendono tutti i soggetti non censiti all'interno del Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF (EURISC), mentre per "Active To Credit" si intendono tutti i soggetti già censiti all'interno di EURISC.