Analisi del Rischio di Transizione e il ruolo del credito nel 2024
La transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio rappresenta una sfida e un'opportunità strategica per il sistema imprenditoriale italiano. L'ultima edizione dell'ESG Outlook di CRIF, l'osservatorio che monitora il rischio di transizione delle aziende, conferma che le imprese stanno affrontando questo percorso con crescente efficacia, supportate attivamente dal sistema finanziario.
Distribuzione per classi di rischio di transizione delle PMI*:
Miglioramento del Profilo di Rischio delle PMI
I dati del 2024 indicano un segnale concreto di miglioramento nella gestione del rischio di transizione da parte delle Piccole e Medie Imprese (PMI).
Si registra una significativa diminuzione della quota di PMI classificate nelle fasce di rischio transizione più elevate (classi "Alto" e "Molto alto"), con una riduzione del -6,6 punti percentuali.
Parallelamente, le aziende collocate nelle classi a impatto "Basso" o "Moderato" sono cresciute di +9,1 punti percentuali.
Questi risultati suggeriscono che un numero crescente di aziende sta adottando strategie e investimenti mirati a ridurre l’esposizione ai rischi legati alla transizione. Marco Macellari, CEO di CRIF Synesgy Ratings, ha commentato che i dati confermano la maturazione di un approccio sempre più consapevole ai temi della sostenibilità nel mondo imprenditoriale italiano. Ha inoltre sottolineato che la riduzione del rischio nelle PMI non è solo un processo di adattamento, ma dimostra anche come le aziende stiano iniziando a trasformare i fattori ESG in leve strategiche per la competitività futura.
Distribuzione dello score di rischio di transizione per quota di finanziamenti erogati a PMI*:
Il ruolo strategico del credito bancario
L'analisi evidenzia una dinamica sinergica tra le imprese e il sistema bancario. Il credito sta assumendo un ruolo di catalizzatore, reindirizzando le risorse verso le realtà più virtuose.
La quota di finanziamenti destinati alle imprese con un profilo di rischio di transizione elevato è diminuita (dal 30,3% del 2023 al 29,3% nel 2024).
Contemporaneamente, è cresciuta in modo netto la percentuale di crediti destinati alle imprese più virtuose, raggiungendo il 38,1% (rispetto al 29,4% del 2023).
Questo trend conferma il ruolo strategico degli istituti finanziari nel sostenere la transizione. Macellari ha evidenziato che questo duplice movimento (meno rischio nelle PMI e maggiore credito alle virtuose) rafforza la resilienza complessiva del tessuto economico nazionale, rappresentando un segnale concreto della capacità del sistema finanziario di accompagnare la transizione in modo strutturato.
Andamento settoriale del Rischio di Transizione
L'attenuazione del rischio di transizione nel 2024 è un fenomeno generale, ma con significative differenze settoriali.
Distribuzione del rischio di transizione medio per settore*:
Settori in progresso
Progressi significativi sono stati registrati in comparti chiave:
Immobiliare e Meccanica hanno dimezzato il rischio rispetto al 2023.
Anche Meccanica strumentale, Tessile e Abbigliamento e Commercio di autoveicoli mostrano miglioramenti grazie a investimenti in tecnologie pulite e pratiche sostenibili.
Settori critici
Alcuni settori permangono tra i più esposti, o hanno mostrato un peggioramento:
Trasporti e Logistica evidenzia un peggioramento del profilo di rischio, dovuto all’aumento dei costi energetici e alla necessità di ingenti investimenti in modernizzazione.
Chimica, Farmaceutica (penalizzata dalle forti pressioni normative) e Oil & Gas restano tra i più esposti. L'Oil & Gas, pur restando un settore meno virtuoso, mostra i primi segnali di miglioramento.
Analisi dell'Intensità di Emissione di Gas Serra (GHG Intensity)
Il livello di emissioni di gas serra (GHG intensity, espressa in grammi di CO2 per euro di fatturato) è un fattore centrale nella valutazione del rischio.
Si osserva un lieve calo della GHG intensity complessiva, segnalando un moderato miglioramento dell’efficienza ambientale.
I settori più virtuosi sono quelli a forte prevalenza di capitale umano (i servizi), mentre i comparti produttivi e industriali restano più penalizzati.
Trasporti e Logistica e Agricoltura risultano i più critici e sono in crescita per intensità emissiva.
Il settore Mining - Oil & Gas, pur restando il più emissivo in valore assoluto, ha registrato un calo significativo della propria intensità grazie alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. Miglioramenti si osservano anche in Prodotti non metallici e Utilities ed Energia.
Valori medi GHG intensity per settore (grammi equivalenti di CO2 per euro di fatturato)*:
Conclusioni: un quadro complesso e incoraggiante
Marco Macellari ha concluso che l'ESG Outlook restituisce un quadro complesso ma incoraggiante. L'eterogeneità dei progressi (riduzione dei rischi nelle PMI, riallocazione del credito, avanzamento di settori come immobiliare e meccanica a fronte delle difficoltà di trasporti e logistica) mette in luce un sistema economico in trasformazione ma non uniforme. Ha sottolineato che il valore dello studio risiede proprio nella capacità di misurare e cogliere questa eterogeneità , permettendo a istituti finanziari, policy maker e imprese di intervenire con strumenti mirati per trasformare il percorso di transizione in una leva di sviluppo sostenibile per l'intero Paese.
*Fonte: CRIF ESG Outlook 2025