Le imprese italiane: aumenta il credito, stabile il rischio default

Nel nuovo episodio di Define Banking Next, il podcast sulla banca del futuro che AziendaBanca realizza insieme a CRIF, abbiamo approfondito lo stato di salute delle imprese con Vito Antonio Furio, Sales Director di CRIF.

Prevedere il futuro è sempre un'arte difficile, tuttavia ci sono segnali che ci permettono di disegnare una traiettoria. Innanzitutto, partiamo dal contesto: il tasso di interesse è all'1,6% per l'Italia e al 2,2% per l'Eurozona, questo ci fa sperare che la BCE non vada a toccare i tassi di interesse.

Se, invece, guardiamo la bilancia commerciale, a settembre l'Istat rileva un incremento delle esportazioni del 10,5% su base anno. Questo incremento è dovuto in parte all'accordo che Unione Europea e Stati Uniti hanno stilato nel recente passato, sia perché nel frattempo le imprese italiane si sono indirizzate su nuovi mercati che non erano colpiti da dazi.

Tra i settori in controtendenza si segnalano in calo il Tessile e Abbigliamento e le Costruzioni, mentre tra quelli che registrano una crescita superiore alla media si segnalano l’Agricoltura e l’Alimentare, Bevande e Tabacco. 

Per quanto riguarda il Tessile e Abbigliamento, si confermano le difficoltà di un settore che sta attraversando un periodo di crisi strutturale e che stenta a mostrare segnali di ripresa. Tale contesto è evidente sia dalla contrazione degli importi erogati (-7,4%), sia dal livello di rischio elevato, con tassi di default che, sebbene seguano il trend di stabilità complessiva, si attestano al 4,6% a giugno 2025 (contro il 3,1% osservato sul totale delle società di capitali).