Il 3 e 4 dicembre si è tenuto, presso il Campus San Giobbe dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, il terzo Workshop on Sustainable Finance di Spoke 4 del progetto GRINS.
L’evento ha rappresentato un’importante occasione per approfondire temi di estrema attualità, quali la sostenibilità degli investimenti, il greenwashing, il rischio climatico e la digitalizzazione. È stata l’occasione per raccogliere spunti e riflessioni a favore di un confronto diretto su come innovare in modo sostenibile il settore finanziario.
CRIF è stata protagonista del primo intervento della sessione pomeridiana: Gianpiero Longobardi Esposito Cesariello, Risk Management & ESG Manager, e Sanda Gheorghiu, Risk Management and ESG Analyst, hanno presentato uno studio dal titolo “The use of ESG data in SME and credit analysis”, concetti approfonditi anche nell’ESG Outlook 2025, Osservatorio CRIF sulla Sostenibilità di CRIF.
Lo studio CRIF analizza le imprese italiane evidenziando la correlazione inversa tra livello di sostenibilità e rischio di credito. Inoltre, monitorando il profilo di sostenibilità delle imprese venete, oltre a confermare il percorso di transizione verso un’economia più green, si evince come fattori settoriali e territoriali influenzino le componenti di rischio climatico, ambientale e naturale.
I fattori ESG giocano ormai un ruolo centrale nella gestione d’impresa e nel risk management, spinti da aspettative di mercato sempre più alte e dall’ evoluzione normativa europea, che richiede che i rischi climatici e ambientali siano integrati nelle valutazioni di solvibilità. Nell’ambito del credito, ad esempio, le principali banche integrano oggi i fattori ESG in vari processi, quali RAF, ICAAP, risk reporting, AQR, nei modelli AIRB e IFRS9, oltre che nelle politiche e strategie creditizie.
“I dati ci dicono che per lo stesso profilo di credito, un’impresa con basso punteggio ESG può avere tassi di default fino al 13% più alti, in valore relativo, rispetto a una con elevata adeguatezza. Integrare questi fattori nei modelli di rating non è solo una risposta alla normativa, ma anche un modo concreto per migliorare la resilienza e la competitività del portafoglio” - ha spiegato Gheorghiu.
Il workshop ha confermato che la sostenibilità è ormai parte integrante della gestione del rischio e delle strategie creditizie. Per le imprese, come per le istituzioni finanziarie, investire in ESG significa costruire solidità e fiducia in un contesto economico sempre più complesso e in evoluzione.
CRIF riconosce l'importanza di integrare i principi ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle strategie aziendali per contribuire a un futuro più resiliente e inclusivo. Questo impegno nasce dalla consapevolezza che le sfide globali, come i cambiamenti climatici e le disuguaglianze sociali, richiedono un'azione concreta e responsabile da parte del sistema finanziario da un lato e delle imprese dall’altro.
CRIF mette a disposizione del settore finanziario un data lake ESG di oltre 150 variabili e KPI e uno score sintetico, disponibile per ognuna delle oltre 5 milioni di aziende italiane.