Verso il mercato unico europeo degli NPE: opportunità e insidie

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12/04/2023

Nei giorni scorsi, si è tenuta la 9ª edizione del CV SPRING DAY dal titolo “VERSO IL MERCATO UNICO EUROPEO DEGLI NPE: OPPORTUNITÀ E INSIDIE” organizzato da Credit Village.

L’evento ha visto la partecipazione e il confronto dei principali stakeholder sui trend del mercato NPE, ponendo particolare attenzione all’analisi del biennio 2021-2022 e sulle previsioni dei prossimi mesi del 2023.

Tra gli sponsor dell’evento CRIBIS Credit Management, in particolare è intervenuto Alberto Sondri, Executive Director , approfondendo il punto di vista di CRIF sul rischio di credito e sulla dinamica delle procedure giudiziali in Italia, partendo dai dati dell’ultima edizione dell’Osservatorio NPE di CRIBIS Credit Management.

Quali sono stati i principali trend che hanno caratterizzato il biennio 2021-2022 e cosa ci si attende per il 2023? Guarda la videointervista ad Alberto Sondri.



“Da 3 anni, con cadenza semestrale, mettiamo a disposizione del settore, fruibile in formato digitale, un Osservatorio sugli NPE che intende valorizzare il patrimonio informativo del Gruppo CRIF. L’obiettivo è di avere riferimenti quantitativi per interpretare i fenomeni caratteristici all’industry (dal rischio di credito alle performance di recupero stragiudiziali e giudiziali) e contestualizzarli con gli argomenti di maggiore attualità. Tra gli aspetti che ritengo di maggior interesse per la nostra industry c’è sicuramente l’analisi sul trend del rischio di credito che possiamo monitorare grazie ai dati del credit bureau di CRIF” – ha spiegato Sondri.

Le rilevazioni dei Tassi di Default misurano la percentuale di ingressi in Stage 3 da Performing negli ultimi 12 mesi, il dato misura la rischiosità dei portafogli creditizi. Entrando nel dettaglio, a fine 2022 per le Società di Capitali si rileva un rimbalzo del rischio di credito con un passaggio del Tasso di Default dall’1,6% di fine 2021 a un 2,4% di fine 2022 (incremento di oltre il 50% YOY).

“Rimaniamo di fatto sempre sotto i livelli del triennio pre-pandemia” – continua Sondri – “dove si registrava un Tasso di Default medio del 3,6%, tuttavia è da considerarsi un primo segnale di allarme. In particolare, dalla seconda parte del 2022, rileviamo un aumento significativo dei Tasso di Default delle imprese che hanno ottenuto finanza agevolata (fine pre-ammortamenti)”.

La gestione attiva del rischio e le attività di credit management sono fondamentali per mitigare i Tassi di Default, consentono infatti di rallentare o arrestare i flussi in Stage 3. Sempre grazie ai dati del Credit Bureau possiamo monitorare le performance di recupero in Stage 2 attraverso l’analisi di indicatori che misurano i Tassi di stabilizzazione e di Rientro in Bonis dei crediti delinquent.

“Nel 2022, sui crediti garantiti da immobili abbiamo osservato buone performance sia su privati che imprese, migliori di quanto registrato nel 2021. Per quanto riguarda i crediti non garantiti da immobili registriamo un peggioramento sia sui privati che sulle imprese. In particolare, è diventato sempre più difficile contenere il deterioramento del credito unsecured concesso alle imprese, con un Tasso di stabilizzazione che è passato dal 49% di gennaio 2021 al 32% di fine 2022. Infine, nell’analisi delle procedure giudiziali emerge che nel 2022 le procedure giudiziali sono cresciute del 6,5%, spinte dalle procedure esecutive mobiliari (+10% YoY). Dinamica opposta invece per le procedure di liquidazioni giudiziali iscritte che segnano un -31% rispetto al 2021, toccando i minimi storici dal 2008” – ha concluso Sondri.

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