Evidenze e prospettive delle imprese italiane post-Covid: l’analisi CRIF Market Outlook presentata all’evento di ConfiRes

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22/11/2021

Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, ha partecipato all’evento organizzato da Res Consulting Group con un approfondimento sullo stato di salute e le prospettive delle imprese italiane nel periodo post pandemico alla luce delle nuove decisioni della Commissione Europea.


Si è da poco concluso l’evento “Approfondimenti di ConfiRes”, una serie di talk organizzati da RES Consulting Group in collaborazione con Innexta e la Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi per approfondire alcuni dei temi caldi affrontati durane Confires, l’evento nazionale dei Confidi. Al tavolo di lavoro, intitolato “Orientamenti europei attuali e futuri in materia di aiuti di stato”, ha partecipato anche Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, per una riflessione sullo stato di salute e sulle prospettive delle imprese italiane.

Alla luce della decisione della Commissione Europea di prorogare al 30 giugno 2022 il Quadro temporaneo – inizialmente in scadenza il 21 dicembre 2021 – definendo parallelamente un percorso di progressiva eliminazione degli aiuti alle imprese legati alla crisi post-pandemica, la tavola rotonda ha rappresentato un momento di confronto e di dibattito circa lo scenario che si prospetta nel futuro prossimo in relazione a questi temi.

In occasione dell’evento, Simone Capecchi ha presentato gli ultimi dati emersi dall’analisi CRIF Market Outlook sul tema “Lo stato di salute e le prospettive delle imprese italiane”, dalla quale emerge un trend di ripresa, anche se ben lontano dai livelli pre-crisi sanitaria: il fatturato delle imprese si attesta al -3,1% nel 2021 rispetto al 2019, mentre l’EBITDA MARGIN segna un -0,4%. A settembre 2021, le aziende che pagano puntualmente i propri fornitori sono il 38%, il miglior dato degli ultimi 10 anni, in aumento del 4,1% rispetto al trimestre precedente e del 9,5% a confronto con la fine del 2019. Tuttavia, l’impatto negativo dell’emergenza Covid-19 sull’economia del Paese non si è ancora del tutto esaurito, come testimoniato dalla crescita dei pagamenti in grave ritardo (+12,4%) rispetto a fine 2019.

Capecchi conclude illustrando i dati relativi agli aiuti di Stato: secondo lo studio CRIF, nel 2021 sono circa 1,5 Milioni le aziende che hanno chiesto aiuti di stati nei primi 9 mesi dell’anno in corso, per un totale di interventi finanziari di circa 160 Miliardi di euro. Se guardiamo alla collocazione geografica, le regioni nelle quali sono state registrate maggiori richieste di aiuti di stato sono la Valle D’Aosta (59,2% del totale), Friuli-Venezia Giulia (45,2%) e Trentino-Alto Adige (41,1%). L’analisi per micro-settore ha evidenziato una richiesta di aiuti disomogenea, poiché il 70% degli aiuti di stato si concentra in 10 micro-settori, tra i quali si posizionano ai primi posti per numero di richieste il commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e motocicli) – che ha assorbito il 16,5% del totale –, seguito dalle attività legate ai servizi di ristorazione (11,9%). I dati mettono in evidenza una correlazione tra anzianità aziendale e richiesta di aiuti: secondo lo studio CRIF le aziende che hanno richiesto più aiuti di Stato sono quelle con una data di costituzione che va dal 2011 al 2018, con il 36,4% di aziende coinvolte, seguite dalle aziende con una data di costituzione compresa tra il 2001 e il 2010 (26,5%).

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