L’impatto del Covid sulle finanze comunali e i possibili benefici del recovery fund

Area Stampa
30/03/2021
  • Secondo le stime di CRIF Ratings, i mancati incassi per 13 dei principali comuni italiani ammontano complessivamente a circa 2 miliardi di euro nel 2020
  • Venezia, Milano e Firenze i comuni che hanno risentito di piĆ¹ dei lockdown, con mancate entrate procapite tra i 460 e i 370 euro
  • Allo stesso tempo i comuni devono far fronte a spese fisse, a Torino queste assorbono il 36% delle entrate, a Genova il 27% e a Bologna il 26%
  • Torino e Reggio Calabria sembrano essere tra i comuni piĆ¹ vulnerabili, con uno stock di debito finanziario che supera giĆ  il 200% delle entrate correnti
  • I comuni potrebbero giocare un ruolo centrale nella gestione del Recovery fund, forti del fatto di aver speso in conto capitale circa il 90% degli impegni presi in bilancio (complessivamente piĆ¹ di 10 miliardi di euro nel 2019)

Da una analisi condotta da CRIF Ratings sui bilanci consuntivi 2019 di un campione di 13 tra le principali cittĆ  italiane emerge che la finanza pubblica non ĆØ esente dal forte impatto economico-finanziario legato alla pandemia tuttora in corso. Le cittĆ  prese in esame sono: Torino, Genova, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina e Cagliari. In totale rappresentano il 25 % delle entrate correnti del totale dei comuni italiani.

Le maggiori difficoltĆ  con cui tutti gli enti territoriali si sono e si dovranno confrontare saranno il mancato incasso di: tasse e tributi (IMU, IRPEF, TARI, imposta di soggiorno), di entrate extra tributarie (vendita di beni e servizi, multe, dividendi) e di permessi per costruire. Queste entrate saranno soggette a tensioni dovute al perdurare della pandemia da Covid-19, che sta minando la capacitĆ  di famiglie e imprese di onorare in tempo i propri debiti verso gli enti pubblici.

Secondo le stime di CRIF Ratings, le difficoltĆ  di incasso delle entrate sopra citate ĆØ di circa 2 miliardi di euro per i comuni presi in esame. Queste difficoltĆ  avranno una manifestazione eterogenea (dai 100 euro pro-capite di Reggio Calabria ai 460 euro pro capite per Venezia) e saranno maggiormente concentrate principalmente nei comuni a forte vocazione turistica o nei comuni che beneficiavano di partecipazioni in societĆ , che garantivano un flusso certo di dividendi, senza dimenticare i comuni che vivevano invece una fase florida per quanto riguarda lā€™attivitĆ  edilizia.

Queste tipologie di Comuni (tra cui troviamo Venezia, Milano e Firenze) hanno risentito maggiormente dei periodi di lockdown e/o di limitazione agli spostamenti tra Regioni sia in termini diretti che indiretti. Sullā€™attivitĆ  edilizia e sulle attivitĆ  commerciali/industriali in generale invece hanno pesato gli aggravi di costi legati ai DPI e al distanziamento, azioni che hanno di fatto bloccato cantieri perchĆ© economicamente insostenibili.

MANCATI INCASSI, SPESE INDIFFERIBILI E STOCK DI DEBITO FINANZIARIO

Il mancato incasso dovrĆ  necessariamente confrontarsi con la realtĆ  dei pagamenti delle spese, alcune considerate fisse o indifferibili. Tra queste troviamo le spese per il personale, quelle per il pagamento degli interessi e rimborso di debiti finanziari. La situazione del campione preso in esame anche in questo caso mostra una forte eterogeneitĆ , sia se si sviluppano i dati sulla classe di popolazione che sullā€™area geografica di appartenenza.

Per quanto riguarda la rigiditĆ  delle spese, che include il costo del personale e il costo per interessi passivi rapportato alle entrate correnti[1] il campione presenta una situazione di elevata rigiditĆ  per quanto riguarda il Comune di Torino, dove piĆ¹ di un terzo delle entrate correnti ĆØ destinato a far fronte a queste spese, che possiamo considerate fisse. Allā€™opposto invece comuni quali Venezia e Cagliari mostrano percentuali inferiori al 20%.

Situazione molto piĆ¹ netta invece ĆØ presentata nella rigiditĆ  del debito finanziario, inteso come rapporto tra la somma tra interessi passivi e rimborso dei debiti finanziari e le entrate correnti. In questo caso Comuni quali Torino, Napoli e Reggio Calabria mostrano percentuali elevate, sintomo di un livello di debiti finanziari che necessariamente mette sotto pressione le finanze comunali in caso di qualsiasi shock esogeno. Per contro invece Comuni quali Bari e Cagliari invece mostrano percentuali ritenute piĆ¹ che gestibili.

Lā€™indicatore appena introdotto necessariamente porta al tema legato al debito finanziario e alla sua sostenibilitĆ  nel medio-lungo termine. Torino e Reggio Calabria sembrano essere tra i comuni piĆ¹ vulnerabili perchĆ© hanno giĆ  uno stock di debito finanziario che supera il 200% delle entrate correnti. Napoli, Genova e Milano superano invece la soglia del 100%. Anche dal punto di vista dei debiti finanziari pro capite la situazione mostra una certa polarizzazione (si pensi a Torino con i suoi circa EUR 4.000 di debiti finanziari pro capite o Milano e Napoli, che si avvicinano ai EUR 3.000 pro capite).

Singolare il caso del Comune di Roma Capitale. Anche se risulta essere un best performer bisogna segnalare che i debiti (commerciali e finanziari) sono stati trasferiti nel 2008 alla Gestione Commissariale del Comune di Roma per un ammontare di circa EUR 13 miliardi.

IL SUPPORTO DELLO STATO CENTRALE

Le difficoltĆ  lato entrate e i possibili mismatch tra incassi e pagamenti di spese indifferibili, cosƬ come avvenuto per il settore privato, sono state oggetto di unā€™attenta analisi da parte dello Stato Centrale. Attraverso il DL 34/2020 (cd rilancio) lā€™intero settore pubblico territoriale ha beneficiato di aiuti a seguito delle conseguenze finanziarie determinate dall'emergenza Covid-19, prevedendo l'istituzione di un Fondo destinato assicurare agi enti locali le risorse necessarie per l'espletamento delle funzioni fondamentali anche in relazione alla possibile perdita di entrate connesse all'emergenza. La dotazione iniziale per il 2020 di EUR 3,5 miliardi (di cui EUR 3 miliardi in favore dei Comuni), ĆØ stata successivamente integrata di ulteriori EUR 1,67 miliardi (di cui EUR 1,22 miliardi in favore dei comuni) con il DL 104/2020.

UN RUOLO CENTRALE PER I COMUNI NELLā€™UTILIZZO DEI FONDI DEL RECOVERY PLAN?

Con circa il 40% del totale delle spese in conto capitale legati agli enti pubblici territoriali consuntivate negli ultimi due anni, i Comuni potrebbero giocare un ruolo centrale nella gestione del Recovery Plan, forti anche del fatto di aver effettivamente speso circa il 90% degli impegni presi in bilancio. Nel corso del 2019 sono stati spesi piĆ¹ di EUR 10 miliardi, a conferma del ruolo centrale dei Comuni come motore per la crescita economica dellā€™intero Paese.

Gli amministratori locali custodiscono conoscenze uniche dei propri territorio a 360 gradi e lā€™allocazione delle risorse potrebbe agire come volano di crescita dal punto di vista territoriale, sociale ed economico. In aggiunta queste risorse investirebbero di maggiore responsabilitĆ  gli amministratori locali che dovranno essere capaci di consuntivare le spese e di rendere conto a tutti i portatori di interesse nella maniera piĆ¹ trasparente possibile.

Le linee guida del Recovery fund pongono le basi sulla crescita economica guidata dalla transizione ecologica e digitale. In aggiunta, a causa degli effetti di medio termine della pandemia un particolare focus dovrĆ  necessariamente essere collegato alla sfera dellā€™equitĆ  sociale, principale competenza del ruolo dei Comuni, prime interfacce dei livelli di governo locale.

PiĆ¹ nello specifico le spese in conto capitale comunali hanno avuto come principali settori di riferimento i trasporti e mobilitĆ  (30%), lā€™istruzione e il diritto allo studio (12%), lā€™edilizia abitativa e lo sviluppo sostenibile e tutela del territorio (rispettivamente al 9%).

ā€œANCI ha presentato in audizione al Senato una serie di linee guida che investono i Comuni come soggetti attuatori e che sono strettamente collegate e integrate con le spese in conto capitale che i Comuni giĆ  mettono in atto ogni anno ā€“ illustra Marco Bonsanto, Associate Director di CRIF Ratings - Sulla base di queste direttrici operative lā€™attuazione del Recovery Fund non puĆ² prescindere dal ruolo dei Comuni. Appare dunque indispensabile coinvolgere gli amministratori locali per la redazione e la successiva implementazione del Piano, che vedranno ripercussioni positive dirette nei loro bilanci. Le dinamiche legate alle spese in conto capitale (di investimento) guideranno nel breve termine una nuova via sostenibile ed efficiente di rendicontazione, garantendo entrate necessarie a mitigare lā€™impatto della pandemia. Questo garantirĆ  anche di costruire delle solide fondamenta per una crescita di medio-lungo periodo. Se ben attuato, efficienza nelle spese, implementazione degli investimenti e flussi stabili di entrate correnti diventeranno sinonimiā€.

[1] Somma tra Entrate Tributarie, Trasferimenti Correnti ed Entrate Extra Tributarie