CRIF al Salone dei Pagamenti 2021: le sfide di un nuovo paradigma open finance, green e collaborativo

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16/11/2021

La sesta edizione del Salone dei Pagamenti 2021 – Payvolution, organizzato da ABI e ABIEventi, ha visto la partecipazione dei principali stakeholder di mercato, istituzioni, università e imprese. Alla luce dei profondi cambiamenti avvenuti negli ultimi due anni, l’edizione 2021 ha preso in prestito l’“Infuturiamoci” dantesco per un proficuo momento di confronto e contaminazione innovativa sul futuro dei pagamenti digitali. Il mercato finance si trova di fronte a un complesso cambio verso un nuovo paradigma che si prospetta aperto, collaborativo e sostenibile.

LE SFIDE DELL’OPENTECH TRA INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Silvia Ghielmetti, Direttore Generale di CRIF, è stata tra i protagonisti nella sessione plenaria che ha affrontato “Le sfide dell’opentech tra innovazione e sostenibilità”. I processi di innovazione tecnologica che stanno investendo il mercato finanziario si stanno concretizzando, anche se con percorsi meno immediati di quelli attesi. Ad esempio per l’open banking, a due anni dall’adozione della PSD2, grazie all’esperienza con una ventina di clienti, possiamo trarre le prime conclusioni: il fattore più importante perché una applicazione di open banking abbia successo è accompagnare il cliente - sia persona che impresa - con un processo il più possibile spiegato e semplice. Con un modello 'user centric', ovvero disegnato attorno al cliente finale. L’innovazione richiede e ha richiesto tempo per fare un processo di “test & learn”; chi lo ha già fatto si è trovato davanti a risultati molto interessanti, ad esempio nell’erogazione del credito che abbiamo visto anche raddoppiare in alcuni casi. Si è lavorato e si deve puntare molto nel semplificare e ottimizzare la user experience per cogliere appieno queste nuove opportunità” – ha spiegato Ghielmetti. Il rapporto tra sistema bancario e player fintech sta evolvendo anche nella direzione di rendere effettivo il concetto di ecosistema e integrare nella propria “value proposition” elementi di valore che arrivano da parte di terzi, allargando l’offerta dei servizi. C’è la consapevolezza che la banca debba mantenere o riappropriarsi di un ruolo centrale nel rapporto col cliente. Le banche stanno ragionando su partnership mirate alla costruzione di nuovi percorsi tematici, per integrare diversi servizi - ad esempio intorno al tema casa, sicurezza, crescita del business - e per farlo servono nuove competenze, ad esempio di marketing digitale in logica E-commerce. Per quanto riguarda l’altro grande driver della sostenibilità e dei temi ESG, tra i vari fronti, “CRIF ha lavorato per rispondere al fortissimo bisogno di dati che consentano alle banche di avere una profilazione e conoscenza su tutto l’universo delle imprese. Abbiamo quindi lavorato in tre direzioni: con l’agenzia di rating abbiamo individuato la giusta metodologia di assessment per i settori; abbiamo lanciato un portale – non solo italiano ma globale – per raccogliere direttamente dalle imprese una serie di informazioni qualitative specifiche; abbiamo costruito un patrimonio informativo e di analytics per assegnare a ogni impresa una serie di indicatori legata ai fattori ESG”.

Su questo fronte CRIF ha recentemente vinto insieme a RED il G20 TechSprint, competizione internazionale lanciata da Banca d’Italia e Banca dei regolamenti internazionali. CRIF e RED hanno infatti ottenuto il prestigioso riconoscimento nella categoria “Analisi e valutazione dei rischi di transizione e dei rischi fisici legati al clima” per la soluzione Climate Risk Analytics Suite, con un modello che consente di stimare per ciascuna impresa l’impatto del rischio climatico sul bilancio e sulla probabilità di default.


DIREZIONE OPEN FINANCE

Nella sessione “Direzione Open Finance”, Beatrice Rubini – Executive Director di Personal Solutions & Services Offering di CRIF – è intervenuta in merito agli sviluppi futuri in ambito open banking alla luce delle condizioni poste in essere dalla PSD2.

“Si registra un divario culturale in ambito open finance, questo è uno dei fattori esogeni che condizionano il tasso di adesione ai nuovi servizi e modelli open garantiti dalla PSD2. Tuttavia, vi sono anche fattori endogeni rilevanti che mostrano, ad esempio, come il tasso di successo nel collegare i conti si dimezza alla richiesta di una doppia SCA. Nell’ultimo anno e mezzo si sono sviluppate diverse esperienze che portano a esplorare le potenzialità dell’open banking per aprirsi verso l’open finance. Per quanto riguarda il lending, utilizzando i dati delle transazioni di conto corrente in combinazione con modelli di valutazione basati su dati tradizionali, sono stati raggiunti alcuni importanti risultati in termini di aumento del credito erogato, aumento dell’inclusione finanziaria verso determinate categorie di soggetti come i liberi professionisti, i new to credit e new to country, miglioramento della Customer Experience e riduzione dei tempi di delibera. L’altro ambito in cui questi dati diventano rilevanti è quello del Digital Customer Journey. Sono diversi i progetti che stiamo affrontando con le banche e che vedono le soluzioni di Personal e Business Financial Management al centro di una evoluzione dei servizi di digital banking ma soprattutto del modo di interagire con i clienti” – spiega Rubini.

Dal punto di vista dei player, "per andare nella direzione giusta dell'open finance" - conclude Rubini - "iniziare a sperimentare già da oggi è fondamentale proprio per capire cosa funziona e non funziona sui propri clienti e come l'azienda deve/dovrà cambiare processi o tecnologie. Scegliere con chi collaborare è cruciale non solo per essere consistenti ma anche per il time to market. Avere un proprio ecosistema di partner sarà sempre più importante".


BUY NOW PAY LATER: COME IL CREDITO AL CONSUMO STA RIVOLUZIONANDO L’E-COMMERCE

Il modello del Buy now pay later (BNPL) sta fortemente impattando il mondo dell’E-commerce. Antonio Deledda – Senior Director di CRIF Credit Bureau Solutions & Analytics Italy – è stato tra i protagonisti della sessione dedicata dell’evento ABI. Deledda ha delineato le nuove modalità di acquisto nell’era digital, come cambino i profili di finanziamento e approfondito come nel BNPL differiscano le modalità di valutazione ed erogazione del credito. “I nuovi comportamenti dei consumatori, anche sulla spinta dell’emergenza pandemica, hanno rappresentato un eccezionale acceleratore di tutti i canali digitali. In Italia si attesta a 23 miliardi di euro la crescita degli acquisti E-commerce B2C tramite canali digital di cui il transato Buy Now Pay Later rappresenta il 2%; destinato a raddoppiare nei prossimi due anni. In linea alla crescita delle vendite online e del credito al consumo anche il BNPL registra un trend in continua crescita: +118% 2020 vs 2019 e +29% sui primi 9 mesi del 2021 vs 2020. Si tratta di un nuovo modello di business flessibile che abilita evoluzioni del mercato e le peculiarità dei canali e in cui la Customer Journey offerta assume un’importanza fondamentale per il successo dell’acquisto” - ha commentato Deledda.


EVOLUZIONE TECNOLOGICA E ACCELERAZIONE DIGITALE: GUIDARE L’INDUSTRIA FINANZIARIA NEL ‘NEVER NORMAL’

Luca D’Amico – Head of Large Banks & Managing Director di CRIF Ratings – ha preso parte alla sessione “Evoluzione tecnologica e accelerazione digitale”, contribuendo con le ultime analisi dell’ecosistema di dati CRIF e con una riflessione sul ruolo delle banche e dei new player nell’implementazione di tecnologie capaci di rispondere efficientemente alle sfide competitive del prossimo futuro. Lo scenario evidenzia un utilizzo di canali digitali in crescita per il banking, anche sulle generazioni meno giovani, e l’E-commerce in crescita accelera anche l’utilizzo di strumenti di pagamento innovativi. “La crescita dei comportamenti digitali porta a riflessioni anche sull’utilizzo della digital footprint per la valutazione dell’affidabilità degli utenti: anche su questo abbiamo alcune prime evidenze sulla capacità previsiva di questa tipologia di dati. CRIF ha recentemente stretto una partnership con Fido, un'innovativa piattaforma europea di digital credit risk scoring rivolta ad aumentare la capacità di valutare l’affidabilità dei consumatori attraverso l’analisi di segnali digitali e con l'utilizzo di metodologie d'avanguardia di machine learning”. Tali informazioni possono essere impiegate per diversi scopi, per prevenire le frodi, per ottenere migliori offerte di credito o, più in generale, semplificare l’accesso ai finanziamenti e favorire una maggiore inclusione finanziaria. “Abbiamo analizzato oltre 100 variabili sulla digital footprint (legate al device, alla mail, IP address, social, sistema operativo, ecc.) trovando molte correlazioni significative con il profilo di rischio di credito del soggetto” – ha illustrato D’Amico.

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LE NUOVE SFIDE DELL’ANTIRICICLAGGIO: DIGITAL COMPLIANCE KYC

Nella sessione “Le nuove sfide dell’antiriciclaggio”, Fabrizio Arboresi – Senior Director di CRIF – ha presentato le evidenze delle ultime analisi CRIF in materia di Know Your Customer e approfondito i processi di transaction monitoring. “Gli attuali processi di transaction monitoring sono basati principalmente su una serie di regole deterministiche derivate dalla normativa che, analizzando le transazioni, generano degli allarmi che sono controllati manualmente e, se necessario, inviati alla Banca d’Italia per accertamenti” – ha spiegato Arboresi che poi ha delineato alcuni limiti di questo approccio a regole: nessuna analisi su soggetti le cui movimentazioni restano sotto la soglia di transaction monitoring, l’approccio genera oltre il 95% di alert falsi positivi, oltre il 50% delle segnalazioni a Banca d’Italia non viene colta dai modelli di transaction monitoring ma da segnalazioni spontanee degli operatori di filiale. “Per superare i limiti dell’approccio deterministico sul Transaction Monitoring CRIF ha sviluppato un modello probabilistico abilitato dall’Intelligenza Artificiale che analizza una serie di dati interni combinandoli con dati esterni e con elementi dallo studio delle relazioni dei soggetti per individuare anomalie di comportamento”. Arboresi ha presentato quindi le evidenze di un caso reale di una banca. Nello specifico, sono stati esaminati due anni di alert e le relative segnalazioni di operazioni sospette. Per ogni alert prodotto dalla piattaforma di Transaction Monitoring basata su regole è stato calcolato lo score di prioritizzazione CRIF (bassa priorità con il valore 1 fino al valore 10, alta priorità). “Le 4 fasce a bassa priorità, che rappresentano il 40% degli allarmi prodotti, contengono solo lo 0.7% degli allarmi diventati Segnalazioni Operazioni Sospette (SOS). Oltre il 93% degli allarmi diventati poi SOS rientrano nelle 3 fasce a maggior priorità, che rappresentano solo il 30% degli allarmi generati” – ha spiegato Arboresi.

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