Open Business: il DNA del “digital consumer”

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01/12/2020

L’accelerazione impressa dalla pandemia al processo di digitalizzazione della società coinvolge fortemente il rapporto tra consumatori e player finanziari. I consumatori si riscoprono sempre più attenti al digitale e manifestano nuove esigenze. In questo contesto, infatti, online e mobile banking sono diventati servizi irrinunciabili per 8 italiani su 10 (Osservatorio “The World After Lockdown”, maggio 2020): l’utilizzo del canale online è un trend sempre più consolidato sia nella fase di ricerca delle informazioni sia nel momento di richiesta di un nuovo finanziamento. Si assiste inoltre a una maggiore propensione a ricorrere al credito digitale anche per le generazioni più “mature”, che finora erano legate alle forme più tradizionali. A dimostrarlo è un’analisi CRIF condotta sul patrimonio informativo CRIF INFORMATION CORE su un campione di richieste di credito indirizzate verso le piattaforme di operatori “nativi digitali”. Nei primi 10 mesi dell’anno 2020 si è registrato infatti un incremento del +43% delle richieste di credito rispetto allo stesso periodo del 2019. Tra questi, la crescita più robusta è relativa alla Silent generation (ovvero i nati tra il 1925 e il 1945), con un +77%, che precedono la generazione Z “Centennials” (i nati dopo il 1995) che vedono incrementare le richieste del +65%.

La digitalizzazione impetuosa spinta dall’emergenza sanitaria ha fortemente modificato la relazione tra chi eroga e chi riceve credito, portando anche a un incremento esponenziale delle verifiche dell’identità digitale a distanza. In particolare nel periodo del lockdown si è assistito a un vero e proprio boom, con un +616% di richieste di identificazione da remoto rispetto allo stesso periodo del 2019, sulla base dell’analisi effettuata da INVENTIA, società del Gruppo CRIF e leader europeo nei servizi di Digital Onboarding.

Per gli italiani aumenta inoltre il ricorso agli strumenti digitali: l’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curato da Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di CRIF, evidenzia nel 2019 un aumento del 7% nel numero dei pagamenti effettuati con strumenti diversi dal contante, rispetto all’anno precedente.

In questo scenario di accelerazione digitale si osserva però al contempo un incremento dei fenomeni fraudolenti riconducibili a rischio cyber, che ogni giorno colpisce un numero crescente di persone e imprese. La prima edizione dell’Osservatorio CRIF sui rischi Cyber conferma infatti un numero di clienti allertati sull’utilizzo improprio dei dati personali in aumento del +26,6% nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Open banking: il profilo del richiedente credito a poco più di un anno dall’entrata in vigore della PSD2

CRIF ha anche recentemente realizzato uno studio originale sull’Open Banking sulla base del CRIF INFORMATION CORE, l’ecosistema di dati del gruppo che contiene oltre 40 fonti informative e 100 indicatori AI (augmented intelligence)-based (I dati analizzati si riferiscono al periodo 1 agosto – 30 ottobre 2020).

L’analisi CRIF ha delineato il profilo del richiedente credito a poco più di un anno dall’entrata in vigore della direttiva sui pagamenti. Ne è emerso che il 50% dei clienti ingaggiati nei processi di PSD2 attiva fornisce il consenso all’utilizzo dei propri dati di conto corrente e la metà di questi completa il processo inserendo le credenziali, consentendo così l’accesso al conto e l’analisi dei dati transazionali. La percentuale di adesione può variare sensibilmente in base al “return on consent”, ovvero al beneficio tangibile che il cliente percepisce come contropartita a fronte del consenso concesso, ma anche alla tipologia di processo e alla user experience percepita.

I dati transazionali rappresentano una fonte informativa di grande potenzialità su cui costruire KPI e insight a valore aggiunto per una gestione proattiva del cliente. In particolare, da un primo profiling, si evidenzia come il saldo medio dei conti analizzati sia di 2.899 euro, con una media di transazioni in entrata e uscita rispettivamente di 3 e 24. Inoltre, più di un cliente su 10 ha una disponibilità residua media mensile di 500 euro e il 13% un saldo di conto maggiore di 5.000 euro. Le informazioni relative al saldo e alle numerose transazioni indicano che gli utenti inseriscono almeno un conto corrente movimentato e significativo e, a conferma di questo, l’analisi dimostra che l’80% dei consumatori fornisce un conto corrente che contiene l’accredito dello stipendio o della pensione. Nonostante oltre la metà dei clienti abbia transazioni classificate come «Prestiti» e sostenga una rata media mensile di circa 300 euro in linea con il profilo del “debitore medio”, esiste un bacino di consumatori (circa il 12%) che ha una disponibilità mensile residua maggiore del 30% del reddito percepito e rappresenta pertanto un target appetibile per azioni di sviluppo.

Grazie a questi nuovi dati provenienti dai conti correnti, i player finanziari hanno la possibilità di generare maggiore valore attraverso la categorizzazione evoluta e la successiva elaborazione delle informazioni per la valutazione inclusiva e sostenibile anche del segmento newtocredit - senza storia creditizia - e la costruzione di “personas” cui proporre offerte personalizzate.

Le informazioni di conto corrente e le viste “aumentate” che ne derivano permettono di raggiungere un duplice obiettivo: da un lato essere sempre più vicini a segmenti di clienti e prospect “fully digital”, abituati a un servizio 24x7 e disponibile da qualsiasi device; dall’altro avere la possibilità di innovare e comporre un’offerta di servizi e prodotti non tradizionali, in linea con le mutate esigenze dei propri clienti. Ad esempio offrire una polizza Cyber Risk va oggi incontro ai nuovi bisogni assicurativi degli italiani che stanno vivendo la crisi pandemica del Coronavirus con un livello di attenzione maggiore sul tema della sicurezza, come evidenziato in un’altra ricerca dell’Osservatorio “The World After Lockdown” di Nomisma: il 47% degli intervistati ha infatti indicato la polizza cyber risk tra quelle che vorrebbe trovare sul mercato.


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Per maggiori informazioni: sintesiflash@crif.com