I fattori ESG rinnovano le politiche di credito

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05/05/2021

Nei giorni scorsi, CRIF ha preso parte al meeting di ABI Lab sul tema del credito green come via d’uscita dalla crisi economica e finanziaria generata dallo scenario pandemico.

“Per incoraggiare la crescita sostenibile delle aziende e analizzare le nuove dimensioni di rischio ESG, i player finanziari sono chiamati a un percorso di integrazione delle informazioni ESG rispetto a quelle tradizionali” – spiega Marco Macellari, SL Process & Risk Advisory Director – Management Consulting di CRIF.

Le informazioni ESG possono essere identificate tramite:

  • Questionari: informazioni raccolte dalle imprese (principalmente PMI) relative al business model e ai singoli parametri (Environmental, Social e Governance) in linea con le indicazioni Global Reporting Initiative, Tassonomia UE e atti delegati;
  • Credit & Business Information: informazioni aziendali, indicatori di rischiosità settoriale, indicatori relativi ai pagamenti commerciali;
  • Dati pubblici: siti istituzionali, certificazioni, enti e albi;
  • Informazioni non tradizionali: web crawling sui siti delle aziende, analisi semantica di informazioni ESG da documentazione di bilancio (es. relazione sulla gestione).

Queste informazioni, nel rispetto dei regulatory requirement (ad esempio la Tassonomia EU), possono essere integrate alle tradizionali dimensioni di rischio per la valutazione del merito creditizio della controparte e dell’operazione, sia come singoli KPI sia in modalità sintetica attraverso dei veri e propri score ESG. Anche i questionari ESG, analogamente a quanto già accade durante la loan origination, possono essere integrati ai tradizionali questionari qualitativi. Il combinato disposto dei due elementi dà luogo ai rating di sostenibilità.

A partire dal proprio unicum di dati&analytics, asset e capabilities, CRIF mette a disposizione dei player finanziari un modello di rating di sostenibilità che combina lo score ESG e il questionario qualitativo specifico del settore a cui l’azienda appartiene, alla stregua di quanto avviene per i rating creditizi” – illustra Marco Macellari. Lo score sintetico ESG viene quindi affinato attraverso regole di notching, con il punteggio derivante dal questionario sull’impresa.

La finanza sostenibile permette di creare valore in modo duraturo e su più dimensioni, ecco alcuni esempi derivati dai nostri studi e risultati:

  • Marketing e sviluppo commerciale: il prospecting ESG permette tassi di redemption dal 5% al 10%;
  • Politiche di credito e processi: i “sustainable linked loans” possono favorire la transizione sostenibile di più dell’80% delle società di capitali italiane;
  • Risk management: il rating ESG consente di affinare la distribuzione di rating fino all’80% dei casi;
  • Funding: Riduzione tra 3-5bp dei costi e ottimizzazione delle fonti di finanziamento;
  • Supply Chain Selection: Riduzione del 15% dei potenziali rischi operativi causati dall’inadeguatezza ESG dei fornitori (es. rotture di stock determinate da scioperi del personale).

Per maggiori informazioni: marketing@crif.com

Scarica il white paper sulle tematiche ESG realizzato da CRIF