Eurofidi: un declino cominciato nel 2011

Ricerche CRIF Ratings
10/10/2016

Crif Ratings (‘CRIF’), l’agenzia specializzata anche nella valutazione della rischiosità dei Confidi, analizza e commenta il caso Eurofidi, più grande consorzio di garanzia fidi in Italia, alla luce della decisione di liquidazione approvata dai soci il 15 Settembre 2016.  

I segni del declino erano visibili già dal bilancio 2011 quando il Confidi presentava un debole profilo di liquidità, redditività e di asset quality. Da allora e fino al 2014 dai bilanci del Confidi piemontese non si evincono segni di miglioramento.

A fine 2014 il Consorzio riportava una struttura patrimoniale e di fondi inadeguata al profilo di rischio assunto, con un deficit patrimoniale stimato di oltre EUR118m: le perdite attese ed inattese sul portafoglio di garanzie ordinarie gestite da Eurofidi generavano un deficit di risorse patrimoniali di entità notevole che nemmeno l’aumento di capitale di EUR50m annunciato, e mai realizzato, nel corso del 2015, avrebbe colmato. A ciò si aggiungevano le difficoltà, fisiologiche del sistema, a raggiungere un equilibrio economico: per il periodo 2012-2014, Eurofidi ha registrato perdite economiche rispettivamente di EUR18m nel 2012; EUR27m nel 2013; EUR7,5m nel 2014, determinate principalmente dalla presenza di costi di struttura poco sostenibili oltre che dai massicci accantonamenti operati sulle posizioni deteriorate. Infine, si riscontravano gravi carenze anche sotto il profilo della liquidità: considerata la percentuale significativa di garanzie a prima richiesta, Eurofidi riportava disponibilità liquide non sufficienti alla copertura delle possibili escussioni bancarie connesse alle esposizioni deteriorate. Queste ultime a fine 2014 risultavano pari a EUR1,5bn (di cui EUR955m su garanzie ordinarie e EUR617m su garanzie segregate) su un totale di garanzie rilasciate pari a EUR3,4bn (di cui EUR2,7bn garanzie ordinarie e EUR747m garanzie segregate). ‘Dunque, non sorprende che in una tale situazione l’assemblea dei soci veda come unica scelta responsabile la liquidazione, specie se si esclude la ricapitalizzazione: solo la Regione Piemonte, con una partecipazione in Eurofidi del 19,86%, era pronta ad iniettare nuova liquidità’ commenta Angela Condoluci, analista di Crif Ratings.