CRIF, più valore ai clienti con il GT Journey

News
23/10/2019

Nell'intervista pubblicata da Data Manager, Davide Raitano, Corporate Chief Information Officer di CRIF, presenta il piano pluriennale della divisione CRIF Global Technologies per vincere le sfide della digital transformation puntando su quattro direttrici chiave: persone, agilità, tecnologia e branding.

Success is a journey, not a destination: questo è lo slogan scelto dalla divisione Global Technologies di CRIF per descrivere il proprio GT Journey, un piano pluriennale estensivo che prevede attività nelle aree organizzazione e cultura, processi e tecnologia, con l’obiettivo di creare e trasferire valore ai clienti. Dedicata interamente all’IT, Global Technologies ha oltre 1.200 collaboratori nel mondo e una struttura organizzata a livello di headquarters, di sedi decentralizzate per supportare meglio i mercati di riferimento e garantire i più moderni standard di sicurezza, e di hub, attualmente localizzati in India, Slovacchia e Polonia. L’obiettivo è creare valore su scala globale grazie a un approccio basato su scalabilità, flessibilità e costi competitivi.

CRIF, fondata a Bologna nel 1988, è lo specialista riconosciuto a livello worldwide in sistemi di informazioni creditizie e di business information, servizi di outsourcing e processing e soluzioni per la gestione del credito. Oggi, opera in più di 50 paesi di 4 continenti servendo oltre 6.300 aziende di credito, compagnie di assicurazioni e utilities, 55mila imprese e centinaia di migliaia di consumatori.

FARE UN PASSO IN AVANTI

«Oggi, la digital transformation è un tema fondamentale per le aziende, che ci pone davanti a due obiettivi sfidanti» – spiega Davide Raitano, corporate chief information officer di CRIF. «Il primo riguarda la messa a terra della trasformazione al nostro interno, il secondo consiste nella capacità di accompagnare i clienti che stanno intraprendendo, o hanno già intrapreso, un percorso di trasformazione». Il GT Journey consente di rafforzare e diffondere su larga scala le competenze tecniche e specialistiche come elemento imprescindibile della proposta di CRIF: «Mettere a disposizione dei clienti un IT solido, affidabile, con competenze applicative, infrastrutturali e di sicurezza elevate. Il programma GT Journey sta già portando molti benefici ma avrà davvero successo» – continua Raitano – «solo se riuscirà a trasmettere all’intera organizzazione la necessità di una trasformazione continua».

Secondo Raitano, è tramontato il periodo in cui bastava essere ottimi implementatori e gestori. «Bisogna fare un passo in avanti e diventare generatori di valore anche a livello di business» – afferma il corporate chief information officer di CRIF. «In quest’ottica, il GT Journey farà evolvere il nostro approccio per consentire ai nostri specialisti di diventare sempre di più dei subject matter expert a 360 gradi, coniugando la competenza funzionale alle conoscenze tecniche necessarie a realizzare soluzioni sempre più innovative e complete per soddisfare, e dove possibile anticipare, le esigenze delle diverse industry».

QUATTRO DIRETTRICI

Quattro sono le direttrici alla base del programma: People & Culture, Agility, Technology, GT Branding.

«L’obiettivo di People & Culture – dice Raitano – è fornire le soft skills necessarie per comunicare correttamente il concreto valore insito nelle proposte tecnologiche e influenzare le scelte aziendali con l’obiettivo di cogliere tutti i benefici che l’IT può portare ai clienti e alla crescita di CRIF. Per essere ancora più vicini a realtà di mercato in trasformazione, abbiamo anche previsto una revisione dei ruoli organizzativi». La direttrice Agility – invece – «si focalizza sulle componenti per velocizzare i processi di realizzazione e gestione del software e delle operations, includendo componenti di DevSecOps, cloud, team interdisciplinari e metriche business value driven che consentano di monitorare e misurare il contributo dell’IT nella creazione del valore delle soluzioni».

La tematica Technology ha come scopo la definizione delle componenti digitali dell’Enterprise Architecture – «e di come queste si integrano con le componenti tradizionali, che sostengono i servizi core di CRIF, nonché il consolidamento delle piattaforme in uso per razionalizzare gli investimenti sul mantenimento di uno stack tecnologico moderno, coerente ed efficiente».

Infine, il cantiere GT Branding – «ha la finalità di valorizzare le nostre competenze e la capacità di portare valore in tutti i mercati in cui operiamo. All’interno del programma sono previste svariate iniziative, tra le quali anche l’organizzazione di hackathon, il primo dei quali in collaborazione con l’Università di Bologna».

ECOSISTEMA INTERCONNESSO

Sia CRIF sia i propri clienti – secondo Raitano – sono destinati a far parte di un ecosistema interconnesso, destinato a cambiare le regole del gioco in quanto si fonda sulla cooperazione e collaborazione tra i partner: «Questo determinerà conseguenze importanti come la necessità di essere agili e veloci nell’esecuzione, abbinata all’adozione strategica e pervasiva di standard aperti e semplici per connettere i partner tra loro».

Un altro fronte prioritario è rappresentato dall’Open Innovation: «La velocità con cui l’innovazione tecnologica e di business diventa parte della quotidianità comporta una capacità enorme di adattamento e di trasformazione, molto più elevata rispetto al passato».

Altro tema di grande impatto è la crescente pervasività dei dati, nel rispetto della protezione e sicurezza dei dati personali: «Il core business di CRIF – spiega Raitano – è sempre stato la trasformazione dei dati in conoscenza e valore, ma la sfida che ci attende è scalare questa capacità, che ci è riconosciuta a livello globale, coniugando la crescita esponenziale dei dati – basta pensare per esempio all’IoT – con le nuove possibilità che le tecnologie di machine learning e di artificial intelligence mettono a disposizione».

VINCERE LE SFIDE

Ma, più nel dettaglio, come CRIF Global Technologies si sta attrezzando per vincere le imminenti sfide? «Innanzitutto – precisa Raitano – è stato fatto un importante investimento creando INSP, la Intelligent Network Services Platform di CRIF, che servirà ai nostri clienti, organizzati in ecosistemi, come moltiplicatore di innovazione e opportunità di soddisfare le esigenze dei customers’ customers attraverso il continuo arricchimento con servizi a valore aggiunto sia di CRIF sia dei clienti stessi, con la garanzia di una totale compliance rispetto a GDPR, PSD2, KYC, AML e così via».

La principale novità – continua Raitano – riguarda le tecnologie impiegate per realizzare API di ultima generazione, per una più facile integrazione tra servizi, anche eterogenei, e fruitori. «Nello specifico, abbiamo deciso di affrontare questa tipologia di progetti ripensando l’organizzazione e i processi di sviluppo, puntando su agilità e multidisciplinarietà per garantire flessibilità e rapidità nella creazione di valore. Pure su questo ambito ha giocato un ruolo importante il nostro programma GT Journey, che ha consentito di abbattere ogni barriera, anche culturale, tra i team coinvolti».

OPEN INNOVATION

Riguardo alla Open Innovation, CRIF prosegue un percorso già avviato da qualche anno, con un osservatorio dei trend tecnologici che permette alla divisione Global Technologies di creare cooperazione con il business nella sperimentazione e prototipazione di use case concreti.

«Infine – conclude Raitano – uno dei frutti del processo di innovazione continua riguarda la possibilità di gestire grandi volumi di dati, affiancando alle tecnologie tradizionali soluzioni basate su database non relazionali, per avere sistemi facilmente scalabili all’aumentare dei volumi gestiti e, soprattutto, per indirizzare requisiti specifici di business, come la gestione di grafi di relazioni o la ricerca e il matching di dati destrutturati. Il vero valore deriva dall’applicazione delle nuove tecnologie, su cui stiamo investendo molto, per favorirne l’integrazione in un ecosistema in grado di garantire massima sicurezza, esercibilità e piena compliance alle normative».

Da fonte Data Manager